Angela Bubba, grande studiosa e conoscitrice di Elsa Morante, a cui ha dedicato le sue due tesi di laurea, ci racconta della vita e dell’opera di questa immensa scrittrice, protagonista della letteratura del 900 che, per tutta la sua vita, ha dovuto fare i conti con l’aborto vissuto in giovinezza e con la sua impossibilità di essere madre. La forza dell’ attualità di Elsa Morante sta proprio nella sua inattualità: sempre in ritardo, ma in anticipo rispetto agli anni in cui visse. La lettura de “L’ isola di Arturo”, che ha folgorato la scrittrice quando, a sedici anni, frequentava il liceo, l’ha portata a indagare l’opera della Morante e a convincersi che si identificava nel suo protagonista Andrea, salvo rivedere la sua posizione quando lesse una lettera in cui il poeta Umberto Saba affermava che “la sua nostalgia di essere un ragazzo era in lealtà la nostalgia di non aver messo al mondo un ragazzo” e quindi in realtà Elsa si identificava nella madre di Arturo. Da qui l’autrice ha riletto l’intera opera della Morante, considerando l’arte come compensazione delle mancanze della vita.





